Abstract
Le emozioni nella musica contemporanea
Il mio intervento sarà di natura insieme filosofica e storico-musicale. L’obiettivo che mi pongo è di far luce su una tendenza importante nella musica classica moderna e contemporanea (dal Novecento a oggi), ma per certi versi oscurata dalla “narrazione dominante” della storiografia musicale ufficiale, e di rendere ad essa ragione a partire dalla prospettiva di una filosofia dell’arte in generale, e della musica in particolare. Mi riferisco all’opera di compositori come Kernis, Reich, Volans, Fitkin, Kancheli, Vasks e molti altri, la cui musica è variamente descritta come post-minimalista o neo-romantica. Etichette che talvolta – è il caso di quella di “New Simplicity” – denotano un approccio critico, un’accusa di banalità che, a mio avviso, è infondata e fuorviante. Nell’arte, infatti, non conta solo il come – la forma, l’equilibrio d’insieme, l’interconnessione delle parti – ma anche il perché, ovvero il fine specifico alle singole discipline artistiche, che determina l’orizzonte di senso entro il quale le diverse opere si muovono. Sotto tale punto di vista, all’arte musicale è sempre stata riconosciuta una speciale capacità di esprimere emozioni; capacità ancor più acclarata nella musica classica, in quanto pensata in ogni dettaglio e forte di un ampio e articolato bagaglio di mezzi strutturali nel tempo affinati e arricchiti di nuove scoperte armoniche e ritmiche. Nel lavorare di nuovo – ignorando i dettami degli adepti del serialismo – con materiali (melodici, ritmici, armonici) carichi di potenzialità espressiva e nel costruire, per loro tramite, percorsi emotivi di una ricchezza e complessità preclusi ad altri generi, il compositore contemporaneo pone il problema della forma su un piano più alto di quello puramente strutturale; così facendo, egli raccoglie la sfida posta dalla tradizione, risponde al compito individuato dai suoi predecessori come precipuo all’arte musicale, ed elabora risposte nuove (in quanto riflettono la sua personalità, cultura, stile) ad esigenze comuni, sintonizzandosi con gli stimoli e le urgenze poste dai loro, e nostri, tempi.
